di Marco Livi

Il reflusso gastrico è un disturbo tanto comune quanto fastidiosa: la risalita dei succhi gastrici e del cibo oltre lo stomaco e fino alla gola, meglio nota come reflusso gastro esofageo.

Lo sfintere esofageo inferiore, ovvero la cosiddetta “bocca dello stomaco” diventa incontinente e le cause possono essere di ordine fisico o pressorio.

Il reflusso dipende, non solo dall’ernia iatale, ma anche da altri fattori tra i quali disfunzioni digestive come l’aumento del tempo di svuotamento gastrico, dalla motilità gastrica ed esofagea, dallo sfintere esofageo, dall’aumento della pressione addominale, dalla massa corporea, dall’intestino irritabile e dalla stipsi.

Inoltre, analizzando la situazione da un punto di vista globale si nota come una situazione emotiva che predispone a “disfunzioni diaframmatiche”, possa essere già di per se una concausa al problema del reflusso.

In aggiunta, molti studi dimostrano come un aumento della pressione addominale, sia per cause legate all’aumento di peso ponderale che a disfunzioni digestive, di stitichezza, di disbiosi e intestino irritabile, possano, anch’esse, predisporre il reflusso gastroesofageo.

Se immaginiamo l’apparato gastrointestinale come un tubo di scarico che va dal nostro lavandino al sifone della fogna fuori casa, se si forma un tappo in prossimità del sifone, ben presto il nostro lavandino non riuscirà a scaricare tutta l’acqua che proviene dal rubinetto.

A questo punto, se noi cerchiamo il problema nel tubo di scarico, magari sotto il lavabo, risolveremo solo in parte o addirittura per niente la situazione creatasi per una causa lontana del problema in questione.

Ritornando al nostro intestino, ecco che, una disfunzione del colon, può determinare nel tempo anche un problema digestivo e di reflusso gastroesofageo.

EMOTIVITA’ DIAFRAMMA E REFLUSSO GASTROESOFAGEO

L’esofago, attraverso l’orifizio esofageo del diaframma, passa dalla cavità toracica a quella addominale, dove si innesta con lo stomaco a livello del cardia, ossia l’orifizio superiore dello stomaco che lo mette in comunicazione con l’esofago.

L’esofago è connesso al diaframma attraverso dei legamenti e lo stesso diaframma trattiene un intimo rapporto con l’apparato digerente e, la sua corretta mobilità durante l’inspirazione e l’espirazione, sviluppa un’azione di compressione e decompressione dei visceri addominali, andando a favorire una evidente azione sulla digestione.

È utile sapere che, in situazioni emotive come ansia, eccesso di stress e preoccupazione, il diaframma è il primo ad essere colpito inficiando la corretta meccanica respiratoria (sensazione di respiro corto o incapacità di fare inspirazione ed espirazione profonde).

È ovvio che la respirazione viene mantenuta, ma con un maggiore sforzo dei muscoli respiratori accessori come i muscoli cervicali e intercostali (creando rigidità e dolore a livello di spalle e collo)

“disfunzioni diaframmatiche” come appena descritte, provoca un maggiore abbassamento del corpo gastrico ed un innalzamento relativo del piloro ( orizzontalizzazione) con evidente difficoltà dello svuotamento gastrico.

Questo quadro disfunzionale si osserva anche nei soggetti con rigidità della gabbia toracica e negli allergici.

L’OSTEOPATIA IN AIUTO DELLA PERSONA CON REFLUSSO GASTRO ESOFAGEO

Il trattamento osteopatico e estremamente efficace per trattare e migliorare il fastidioso reflusso gastro esofageo, purché non ci sia un’ernia iatale importante, ma, anche in questo caso, il paziente ne trarrà giovamento.

Le cause del reflusso sono molteplici e pertanto la valutazione dell’osteopata nei confronti del paziente è sempre globale. Il trattamento sarà quindi rivolto a togliere eventuali blocchi vertebrali, migliorare la mobilità di coste e sterno, migliorare la funzione diaframmatica. Molto importante il lavoro Osteopatico a livello viscerale

Il trattamento Osteopatico infatti, è molto importante per ridurre il gonfiore addominale, agendo sul microcircolo e sul drenaggio; inoltre, riduce enormemente eventuali spasmi e tensioni della muscolatura liscia addominale, specialmente in corrispondenza degli sfinteri.

Il risultato di questa azione a livello viscerale è una sensazione di leggerezza, un netto miglioramento del respiro, della digestione e un conseguente affievolimento del reflusso.

Questi risultati si possono ottenere in pochi trattamenti e possono essere mantenuti nel tempo con una collaborazione attiva del paziente sul fronte dello stile di vita: attività fisica costante e corretta alimentazione.

Proprio l’alimentazione e, soprattutto in caso di disbiosi, è importante la collaborazione con un medico nutrizionista.