Medicina Convenzionale

La Medicina Convenzionale studia gli organi in base al tessuto e alle cellule che li compongono (anatomia) e ai meccanismi molecolari che ne garantiscono il corretto funzionamento (fisiologia). Definisce la patologia come alterazione dell’equilibrio biochimico, per eccesso o per difetto, studiandone la causa (eziologia) e il meccanismo (patogenesi). Il trattamento della patologia si basa su farmaci che contrastano tali alterazioni, per ristabilire una condizione di equilibrio. Le terapie possono essere rivolte verso l’agente eziologico (es.antimicrobici) o verso la manifestazione patologica (es. anti-staminici, antiacidi).

È la c.d. medicina dell’opposto: i contrari si curano con i contrari.

Si avvale, dunque, del concetto di contrasto cioè i sintomi di una determinata patologia vengono contrastati attraverso farmaci (sostanze curative chimiche di sintesi create in laboratorio) che sono contrari al sintomo stesso.

Esistono varie categorie di farmaci create per contrastare determinati sintomi secondo protocolli standardizzati come antinfiammatori, antibiotici, antipertensivi, anticoagulanti e così via.

È la scienza che studia le patologie per poter garantire la salute delle Persone, con particolare riguardo alla prevenzione e cura, oltre alla ricerca dei diversi metodi per alleviare le sofferenze dei malati.